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"senza tempo" mostra antologica di Gennaro Mele

La mostra inaugurata il 30 Ottobre a Seregno presso la Galleria Civica "Ezio Mariani" presenta l'antologica di pittura di Gennaro Mele.

La mostra si suddivide in tre sezioni: la prima riguarda l'astrattismo, la seconda il paesaggio e ultima ma non meno importante, il ritratto. Immediatamente il percorso avvolge letteralmente lo spettatore, i dipinti di Mele, in acrilico su carta di Amalfi e tela prima e gli smalti su tela poi, riempiono la vista, le forme non solo geometriche catturano per la gamma di colori scintillanti che viene utilizzata. Questa antologica che ripercorre gli anni della pittura dell'artista è composta di trentacinque quadri di vari formati, subito ci si rende conto che il colore è la predominante di tutta la produzione, non solo, Mele gioca sapientemente con il colore, non importa se sia per un ritratto o per un astratto, la capacità di dosare le pennellate, soprattutto con gli smalti è notevole. L'artista intitola questa antologica senza tempo per esprimere un concetto a lui molto importante, quello del tempo appunto. Per Mele il tempo è una variabile, che va associata alla capacità istintiva dell'uomo a ripetere in modo ossessivo determinate azioni, come se il tempo non esistesse e automaticamente si annullasse, partendo da questo principio tutta la mostra da una lettura che varia per ciascun spettatore e quindi proprio come le azioni che si ripetono e si moltiplicano, anche le visioni cambiano continuamente, facendo intraprendere sempre direzioni diverse e differenti per ciascun dipinto, tornando comunque sempre alla partenza del percorso. Il testo critico scritto da Antonella Galbusera riprende l'idea filosofica di F.W.Nietzsche in cui il tempo non è altro che il vivere attimi già vissuti in una sorta quasi di parossismo, in cui il tutto si ripete e allo stesso tempo si confonde tra un presente che è già passato ma che diventerà futuro. Per noi il "senza tempo" di Mele è un perdersi in un viaggio lento, in un contesto dove invece il tempo esiste ed è dato allo spettatore dall'artista, il quale ,volutamente, indica il modo ed il tempo appunto per la visione dei suoi dipinti. Non vi é negazione, né sottrazione semmai troviamo un'analisi ben accurata e solida dell'idea filosofica non tanto della circolarità del tempo ma dello spazio oltre il tempo, il viaggio visionario di una antologica è assolutamente lungo, preciso, circostanziato, composto da elementi importanti. Lo sguardo sembra posarsi lieve sui dipinti, in realtà quello che al primo impatto può apparire come un semplice paesaggio molto colorato, svela molto di più di quello che possa sembrare ad uno sguardo fuggevole, in quel paesaggio Mele ha fermato per sempre un attimo eterno, come se lo avesse “fotografato”, ed irripetibile, mai più riuscirà a ridipingerlo uguale, cambierà la luce del tramonto, il profilo che si staglia all'orizzonte, le barche potrebbero non esserci più, ecco perché il tempo è eterno, il senza tempo di Mele è in realtà il più famoso “Panta Rhei”, mai ci si potrà bagnare due volte nella stessa acqua, si potrà scendere due volte nello stesso fiume ma l’acqua sarà diversa. La spazialità in Mele è tutto, la troviamo espressa in ogni dipinto, non solo nell’astrattismo che in qualche modo può ricordare Mirò con queste forme semi geometriche, chiuse ma che tendono all’apertura, questi vuoti lasciati volutamente vuoti colmi solo della capacità dell’artista di imprimere loro una velocità di pennello che senza alcuna fatica apparente riempie la carta, o la tela. Tutto ruota intorno allo spazio, il tempo è il contesto nel quale Mele dipinge i suoi quadri, anche i ritratti, sono la conferma dell’esistenza di una temporalità precisa, resteranno immutati per sempre, nonostante lo scorrere degli anni, i protagonisti ritratti non cambieranno mai le loro fattezze, ecco che allora ancora una volta ritorna il concetto di Eraclito, il principio del tutto che scorre lentamente, ma con il suo tempo che non potrà essere contemporaneamente presente passato e futuro, ma vivrà le sue stagioni. I personaggi dipinti a differenza di quanto suggerito da Oscar Wilde nel più famoso “Ritratto di Dorian Gray”, sono destinati ad un passaggio effimero in questo mondo, solo attraverso l’arte potranno rimanere eterni. In questo modo senza tempo di Mele è la giusta interpretazione di uno dei primi concetti filosofici iniziatici, presocratici, della Grecia antica, quasi l’albore della filosofia che tanto traspare in questa mostra e che ci ha cullati per tutto il tempo di visione della stessa. Una antologica che troviamo altamente interessante per i concetti che l’autore cerca di esprimere con la sua pittura, nonostante la giovane età dell’artista, cimentarsi con una antologica è sempre un passo importante, quasi a coronare una carriera che a nostro avviso è ancora lunga. Mele non è sicuramente alle “prime armi”, espone da tempo in Gallerie ed i suoi lavori sono apprezzati ed hanno trovato dimora presso vari collezionisti, tutti presenti all’inaugurazione, a testimonianza che l’arte contemporanea, ben fatta e costruita su basi solide ha la sua ragione di essere. Claudia Migliore

La mostra curata da FAS2018 con testo critico di Alessandra Galbusera resterà visibile presso la Galleria Civica “Ezio Mariani” dal 30 Ottobre al 14 Novembre 2021

Orari al pubblico: dal martedì al venerdì 17.00-19.30 Sabato e domenica 10.00-12.30 e 15.00-19.30 Lunedì chiuso Catalogo Ingresso libero Green pass obbligatorio