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Nasce a Lecce SIGNUM, un nuovo spazio per l'arte pugliese

Inaugura a Lecce, il 2 aprile 2023, SIGNUM, un nuovo spazio espositivo dedicato alla storia dell'arte pugliese e all'arte contemporanea con mostre permanenti e temporanee.  

"Il progetto SIGNUM nasce dalla volontà del collezionista Nicola Cucurachi di aprire al pubblico la propria raccolta, proponendo una selezione di circa ottanta dipinti capace di raccontare lo sviluppo della cultura figurativa nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto dall’Ottocento agli anni settanta del Novecento. SIGNUM racchiude una duplice anima: promuove l’arte del passato con un percorso permanente e valorizza i pittori presenti nella raccolta storica mediante mostre temporanee, ma allo stesso tempo si propone come luogo di ricerca per l’arte contemporanea attraverso la Project Room. Il progetto SIGNUM è tripartito in: collezione stabile, mostra monografica di Giuseppe Casciaro e spazio "Signum project", una sezione che opera in autonomia sull'arte contemporanea che apre con la mostra Flash Tattoo di Ambra Grassi, curata da Marta Montoni. Il curatore scientifico di SIGNUM è Andrea Fiore. 

La prima sezione di SIGNUM è uno spazio espositivo permanente a servizio della comunità. Questo rappresenta il punto di partenza del progetto: costituire una pinacoteca con opere di maestri che hanno tracciato la storia della pittura in Terra d’Otranto e che si sono distinti in campo nazionale e internazionale. Le sale dedicate alla raccolta stabile introducono il visitatore ad un affascinante viaggio partendo dall’Ottocento con Gioacchino Toma (1836-1891) e attraversando i decenni con importanti personalità artistiche come Luigi Scorrano (1849-1924), Paolo Emilio Stasi (1840-1922) e Giuseppe Casciaro (1863- 1941), pittore iconico per il paesaggismo tra Napoli e il Salento. Il percorso procede con ambienti espositivi che custodiscono opere organizzate per decennio, partendo dagli anni venti e trenta del Novecento con Agesilao Flora (1863- 1952), Emilio Notte (1891-1982), Geremia Re (1894-1950) e Carlo Barbieri (1910- 1938), passando poi agli anni quaranta e cinquanta con una sequenza di nature morte e paesaggi di Vincenzo Ciardo (1894-1970), Roberto Manni (1912-2003) ed Emanuele De Giorgio (1916-1983). La rassegna si conclude con gli anni sessanta e settanta, rappresentati da artisti che hanno operato a Milano, come Fernando De Filippi (1940), Ercole Pignatelli (1935) e Antonio Massari (1932), fino a concludere con delle vedute salentine e un lavoro del primitivo Ezechiele Leandro (1905-1981).

L’alter ego di SIGNUM è la Project Room, spazio che guarda al passato per proiettarsi verso l’arte del futuro. La Project Room di SIGNUM è una galleria e spazio di indagine per l’arte contemporanea, luogo che propone la ricerca degli artisti, sostenendo il dialogo con il territorio, gli scambi culturali e la promozione dell’arte in ambito nazionale ed internazionale.

La prima sala è l’inizio di un viaggio che attraversa la pittura dei massimi esponenti dell’arte in Terra d’Otranto, presentando ai visitatori dipinti che vanno dall’Ottocento fino ai primi decenni del Novecento e dimostrano il legame con Napoli e la cultura figurativa partenopea. Il percorso inizia proprio con Gioacchino Toma (1836-1891), artista e patriota galatinese, formatosi a Napoli, dove dal 1878 è nominato docente presso l’Accademia di Belle Arti. È Napoli il punto di partenza per la pittura di paesaggio di Stanislao Sidoti (1837-1922) e di altri autori ben rappresentati nella sala, come Luigi Scorrano (1849-1924), del quale sono esposte le caratteristiche pastorelle e acquaiole, ma anche il capolavoro Ritratto di fanciulla al balcone. Il tema arcadico ritorna con il Pastorello del manduriano Giovanni Stano (1871-1945), opere firmata e datata 1888. Una rappresentanza di autori come Vincenzo Valente (1846-1889) e il tarantino Francesco Paolo Parisi (1857-1948), dimostrano una significativa familiarità con soggetti esotici e una forte propensione al viaggio, riconosciuta anche con Giuseppe Forcignanò (1862-1919), che vive in Argentina e poi in Francia. Tra gli autori presenti in sala, si distinguono inoltre artisti che hanno costituito degli importanti riferimenti per la cultura in Terra d’Otranto. Ancora oggi i loro studi sono fondamentali per la ricerca e la conoscenza del territorio, stiamo parlando del pittore e studioso Paolo Emilio Stasi (1840-1922) e del suo allievo Enrico Giannelli (1854-1945), giunto a Napoli proprio su suggerimento del maestro. Allo stesso modo Giuseppe Casciaro (1863-1941) si forma nella capitale partenopea su consiglio di Stasi, dove riscuote un grande successo con l’eccezionale produzione di opere eseguite con la tecnica del pastello, come gli Ulivi a Castro del 1898 o La neve, lavoro eseguito nel marzo del 1895 ed esposto ad Amburgo nel 1899. Il percorso procede con Michele Palumbo (1874-1943) che prosegue la sua formazione a Firenze e a Napoli da Casciaro. Fortemente legato alla pittura di paesaggio è il gallipolino Giulio Pagliano (1882-1932) del quale è esposto un significativo numero di opere, tra le quali Palazzo Tafuri, opera giovanile datata 1907 e le Lavandaie del 1909, pastello proveniente dalla collezione napoletana del suo maestro Giuseppe Casciaro.

La sala si conclude con i lavori del grottagliese Ciro Fanigliulo (1881-1969) e la pittura materica e introspettiva del brindisino Salvatore Fantasia (1879- 1959). La selezione delle opere eseguite tra gli anni quaranta e cinquanta del Novecento verte principalmente sulla presenza di due tematiche: la natura morta e il paesaggio. Quasi a presagio di questi anni e a testimonianza di un autore precocemente scomparso sul volgere degli anni trenta, il percorso si apre con i Fiori di Carlo Barbieri (1910-1938), affiancati da un dipinto di stesso soggetto del suo maestro Geremia Re (1894-1950), eseguito agli inizi degli anni quaranta. Un dialogo ideale che unisce due generazioni di pittori, entrambi legati alla capitale, dove Re si forma e il talentuoso allievo troverà una tragica fine.

La prima parte dell’ultima sezione ha come centro l’esperienza milanese di mol- ti giovani autori salentini, che raggiungono il capoluogo lombardo e si formano in quel vivace contesto cul- turale. Sono gli anni della contestazione e della presa di coscienza che l’impegno politico e sociale può essere espresso mediante l’espressione artistica, come avviene per Il prigioniero politico di Antonio Massari (1932) del 1964 e Lenin a Capri nel 1909 di Fernando De Filippi (1940) eseguito nel 1971. Allo stes- so contesto milanese appar- tengono anche il dipinto di Ercole Pignatelli (1935) inti- tolato Interni (1961) e la Ma- narola di Cosimo Sponziello (1915-2005) del 1966. La sezione si conclude con dei lavori che raffigurano alcune vedute costiere come il Notturno con la Torre Sarace- na di Tonino Caputo (1933- 2021) del 1965 e la Torre di Porto Cesareo di Edoardo De Candia (1933-1992) del 1967 e alcuni paesaggi urbani eseguiti negli anni set- tanta: Piazza Sant’Oronzo di Giovanni Pinto (1909-2002) e il Paesaggio salentino con carretto di Enzo Sozzo (1917- 1993). Agli stessi anni appar- tiene il lavoro del ‘primitivo’ Ezechiele Leandro (1905-1981) intitolato L’abbraccio. Il percorso procede con un vaso di fiori di Agesilao Flora (1863-1952) del 1943, opera eseguita nel periodo di estrema maturità e un altro dipinto di Michele Massari (1902-1954) firmato e datato 1945. A concludere la successione di nature morte, si presenta il vaso con fiori e cardi di Emanuele De Giorgio (1916-1983) che, seppur cronologicamente più avanzato, costituisce una rappresentativa testimonianza del suo percorso artistico e della cultura figurativa tarantina.

Una serie di nature morte apre con un lavoro di Vincenzo Ciardo (1894-1970) del 1920 e segue con altre opere di importanti autori locali: Agesilao Flora (1863-1952), con la Natura morta eseguita nel 1931 e Geremia Re (1894-1950) con una composizione esposta nella Seconda mostra Nazionale del Sindacato Fascista a Napoli nel 1937. A questi dipinti si aggiunge una natura morta di Ennio Marzano (1904- 1984) del 1930 e la Natura morta del 1934 di Emilio Notte (1891- 1982), nativo di Ceglie Messapica e docente presso l’Accademia di Napoli già nel 1929. Segue alle nature morte il Ritratto di donna di Carlo Barbieri (1910-1938) che introduce i visitatori ad una rassegna di quadri con figure umane e ritratti, come i due pastelli di Re, datati rispettivamente 1928 e 1930, il Ritratto femminile di Emilio Notte del 1933, un nudo accademico di Michele Massari (1902-1954) e a chiusura degli anni trenta un Autoritratto di Giovanni Pinto (1909-2002) del 1939. Un inconsueto tema sacro è proposto con la Deposizione di Fernando Troso (1910-1990) firmata e datata 1931. La prima parte dell’ultima sezione ha come centro l’esperienza milanese di molti giovani autori salentini, che raggiungono il capoluogo lombardo e si formano in quel vivace contesto culturale. Sono gli anni della contestazione e della presa di coscienza che l’impegno politico e sociale può essere espresso mediante l’espressio- ne artistica, come avviene per Il prigioniero politico di Anto- nio Massari (1932) del 1964 e Lenin a Capri nel 1909 di Fernando De Filippi (1940) eseguito nel 1971. Allo stesso contesto milanese appar- tengono anche il dipinto di Ercole Pignatelli (1935) inti- tolato Interni (1961) e la Manarola di Cosimo Sponziello (1915-2005) del 1966. La sezione si conclude con dei lavori che raffigurano alcune vedute costiere come il Notturno con la Torre Sarace- na di Tonino Caputo (1933- 2021) del 1965 e la Torre di Porto Cesareo di Edoardo De Candia (1933-1992) del 1967 e alcuni paesaggi ur- bani eseguiti negli anni set- tanta: Piazza Sant’Oronzo di Giovanni Pinto (1909-2002) e il Paesaggio salentino con carretto di Enzo Sozzo (1917- 1993). Agli stessi anni appartiene il lavoro del ‘primitivo’ Ezechiele Leandro (1905-1981) intitolato L’abbraccio.

Giuseppe Casciaro - mostra "Privato" (dal 2 aprile al 4 giugno 2023)

"Privato" è una mostra che racconta il percorso artistico di Giuseppe Casciaro (1861-1941) attraverso diciassette lavori esposti nello spazio di SIGNUM. Una dimensione intima, la stessa dei pastelli eseguiti per le raccolte private, che descrivono il mondo con gli occhi di un grande artista. Quando si parla di Giuseppe Casciaro (1861-1941) è inevitabile pensare ai suoi straordinari pastelli che hanno attraversato il mondo. L’eccezionale produzione del pittore salentino è frutto di un percorso coerente e consapevole che l’artista ha mosso fin dai primi passi con il maestro Paolo Emilio Stasi (1840-1922). Proprio da quest’ultimo inizia la mostra, con un lavoro donato all’allievo (Contadina nel prato, 1883) che costituisce l’avvio del viaggio artistico di Casciaro. Si procede con il pastello che raffigura Pizzu Mucurune (1889), presso la scogliera di Castro, e con due caratteristici paesaggi napoletani, eseguiti sul volgere degli anni ottanta dell’Ottocento: il Vesuvio innevato e la Costiera Napoletana. La fortuna di Casciaro nelle esposizioni internazionali è rappresentata dal pastello intitolato Neve, datato 6 marzo del 1895, esposto ad Amburgo nel 1899. Siamo ancora negli anni novanta dell’Ottocento quando esegue il Bosco e gli Ulivi a Castro (1898). La tecnica di Casciaro è molto affinata e pronta a varcare le soglie del secolo con una serie di lavori eseguiti nel 1901: La raccolta del miglio (proveniente dalla collezione di Villa Casciaro), Sottobosco e la Siepe. L’importanza del tema bucolico si combina con la ricorrenza delle marine e dei paesaggi costieri, come il Lido e la Scogliera a Santa Cesarea Terme, che introducono i pastelli della piena maturità dell’artista: la Porta con grata e il Viale di giardino (1936). Si conclude il percorso espositivo con due opere pittoriche ad olio, entrambe negli anni Venti: la Natura morta con melagrane (1921), che rientra nella tipica produzione di nature morte di questi anni e il Vaso con fiori (1922) che dimostra, in tutta la sua bellezza, la dimensione intima e privata dell’opera".

 

Opening: 2 aprile 2023

Signum via Pantelleria 66

Signum Project - via Leuca 78 - Lecce

Infotel: 328-6830671

info@signumarte.it